Insolvenza

Lo stato di insolvenza è la condizione nella quale il debitore non è in grado di adempiere all’obbligazione a suo carico utilizzando i normali mezzi di pagamento. Nel caso di un prestito, corrisponde all’inadempimenti, ossia il mancato o al ritardato pagamento delle rate di rimborso nei confronti del creditore o della finanziaria.

Il rischio di insolvenza, definito come rischio di credito, è la misura della probabilità che il debitore non riesca a restituire al creditore il capitale prestato e gli interessi pattuiti. Tale valutazione viene svolta nella fase di istruttoria del prestito, quando la banca o la società finanziaria verificano il profilo creditizio e l’affidabilità della persona che ha richiesto il finanziamento.

Vi è quindi una correlazione diretta tra rischio di credito e tassi di interesse applicati al prestito: maggiore sarà il rischio di inadempimento del soggetto che ha richiesto il finanziamento, maggiori saranno gli interessi richiesti dal creditore.

Nel caso in cui si verifichi un’inadempienza dei pagamenti la situazione viene segnalata alle banche dati, le centrali rischi (CRIF) in cui vengono riportate le informazioni sui finanziamenti non pagati o pagati in ritardo.

In questo modo il nominativo del debitore risulterà iscritto nella lista dei cattivi pagatori. Non solo,  in ritardo nel pagamento implica il versamento degli interessi di mora previsti dalle parti.

Invece in caso di mancato pagamento, il creditore può:

• richiedere che a pagare quanto dovuto sia il garante;

• ricorrere al pignoramento dei beni del debitore;

• fare ricorso al protesto del titolo insoluto se dispone di un titolo esecutivo.

L’insolvenza fraudolenta costituisce un reato quando un soggetto contrae un debito nascondendo la propria insolvenza per evitare di restituire il denaro. Quando la frode avviene tramite raggiri si parla di truffa. Sono entrambi delitti contro il patrimonio previsti e puniti dal Codice penale.