Home / Guide / Guida al prestito personale

Guida al prestito personale

Il prestito personale è un finanziamento che consente di ottenere denaro per qualsiasi necessità di acquisto. Non è un finanziamento finalizzato, perciò permette di ottenere liquidità da spendere in totale libertà.

Le principali caratteristiche del prestito personale

Il prestito personale è una tipologia di finanziamento, ecco le principali caratteristiche:
  • viene erogato ai privati da una banca o da una società finanziaria;
  • la somma ricevuta in prestito viene rimborsata con rate mensili in un arco di tempo prestabilito;
  • è un finanziamento generalmente a tasso fisso e talvolta variabile non finalizzato.

Quali sono i principali tipi di prestito

Oltre al prestito personale, le principali tipologie sono:

Cessione del quinto: concesso ai lavoratori dipendenti pubblici e privati e ai pensionati che permette di ottenere liquidità rimborsabile con rate mensili che vengono detratte direttamente dallo stipendio o dalla pensione e che non possono essere di importo superiore a un quinto dello stipendio o della pensione netti;

  • Prestito delega di pagamento: concesso ai dipendenti pubblici e privati ma non ai pensionati. Il debito viene rimborsato pagando rate mensili che vengono detratte dallo stipendio e che non possono essere maggiori dei due quinti dello stipendio netto;
  • Prestito finalizzato:erogato dalla banca ma richiesto a chi vende un bene o un servizio che si intende acquistare pagando a rate;
  • Prestito fiduciario: si richiede quando si ha bisogno urgente di contanti. Può essere erogato ai lavoratori dipendenti, ai pensionati, ai lavoratori autonomi e anche agli studenti. E’ un finanziamento non finalizzato e viene concesso a chi dimostra di avere una capacità economica sufficiente a rimborsare il debito, ma non ai cattivi pagatori o ai protestati;
  • Prestito vitalizio ipotecario: è destinato ai proprietari di case che hanno più di 60 anni. Il finanziamento viene concesso previa iscrizione di un’ipoteca sull’immobile. Il debito non va rimborsato sino alla morte del richiedente. E’ comunque prevista la possibilità di rimborsare il prestito a rate.

Quali sono i requisiti necessari

I requisiti per accedere al prestito personale possono variare da istituto a istituto ma sempre nell’ambito di alcune norme fissate dalla Banca d’Italia:

  • età compresa tra i 18 e i 70 anni e in casi particolari anche un po’ oltre;
  • essere in grado di rimborsare il finanziamento, tenendo conto di tutte le spese mensili sostenute;
  • i lavoratori dipendenti devono esibire la busta paga, gli autonomi la dichiarazione dei redditi e i pensionati il cedolino della pensione.

Il piano di ammortamento

Il calcolo del piano di ammortamento permette di conoscere i dettagli del prestito. Include:

  • le scadenze;
  • il numero delle rate totali e la loro composizione.

In Italia la modalità di rimborso avviene tramite il piano di ammortamento alla francese secondo il quale le rate sono composte da una quota interessi e una quota capitale. Con questa tipologia di piano vengono pagati prima gli interessi e poi il capitale. Le prime rate sono costituite da una quota interessi alta che decresce col tempo e una quota capitale più bassa che, al contrario, aumenta man mano che si va avanti.

Cosa accade in caso di mancato pagamento di una rata

Nel caso in cui si abbia difficoltà a pagare una rata è necessario rivolgersi tempestivamente alla propria banca per trovare l’adeguata soluzione al problema. Infatti, il mancato pagamento di una o più rate comporta l’applicazione di una mora e la segnalazione del titolare del prestito alle centrali rischi, compromettendo la reputazione creditizia del titolare del finanziamento. Una cattiva reputazione creditizia può precludere la possibilità di accedere a altri prestiti.

Estinzione anticipata del prestito personale

È sempre possibile estinguere il prestito anticipatamente rispetto alla scadenza prestabilita versando alla banca o alla finanziaria l’ammontare del debito residuo e pagando una penale prevista per legge pari, al massimo, all’1% del capitale ancora da rimborsare. Tuttavia estinguere un finanziamento in anticipo non sempre è vantaggioso.

Il recesso dal contratto di finanziamento

Per effetto della legge 229/2003 che prevede la facoltà di ripensamento del consumatore, è possibile recedere dal contratto di finanziamento entro 14 giorni dalla sua firma inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno alla banca senza costi aggiuntivi.

I criteri di valutazione del finanziamento

Per determinare il costo finale di un finanziamento vanno considerati gli interessi e tutte le spese accessorie legate al prestito come:

  • le spese di apertura e di chiusura della pratica;
  • le spese di istruttoria;
  • i costi della polizza assicurativa;
  • eventuali commissioni bancarie.

Per valutare il costo globale del prestito bisogna utilizzare il TAEG, il Tasso Annuo Effettivo Globale, indice che esprime in percentuale il costo effettivo del finanziamento comprensivo degli interessi e degli oneri e costi accessori.

La polizza assicurativa

L’assicurazione è una forma di tutela che mette al riparo il richiedente dai rischi di insolvenza legati a eventi imprevisti come morte, malattia grave, invalidità totale permanente, inabilità totale temporanea, ricoveri ospedalieri e perdita del lavoro. Il costo della polizza assicurativa va incluso nel TAEG.

Le polizze assicurative sui prestiti personali sono facoltative anche se in specifici casi, come una situazione reddituale poco sicura, la banca può condizionare l’erogazione alla stipula della polizza. La legge prevede per l’istituto bancario l’obbligo di proporre al cliente almeno due preventivi di compagnie assicurative non riconducibili all’ente stesso. Il consumatore ha 10 giorni di tempo per valutare altre offerte.

La liberatoria del finanziamento

Nel caso in cui un prestito venga negato, l’informazione rimane memorizzata nella banca dati del Crif, il sistema che gestisce tutte le informazioni creditizie, per 30 giorni. Quindi se si richiede un finanziamento a un’altra banca prima dello scadere dei 30 giorni, il prestito sarà rifiutato in automatico.

Quindi, è bene chiedere all’ente che ha rifiutato il primo prestito una liberatoria, ossia una dichiarazione che contiene i motivi del rifiuto e aspettare la cancellazione della segnalazione prima di inoltrare una nuova domanda.

Articoli Finanziari collegati